Torna in libreria un saggio di Christian Agrillo su come affrontare l'esperienza concertistica attraverso i processi neurocognitivi della mente. Un utile manuale per i giovani musicisti.
Affrontare il giudizio del pubblico per le prime volte è, per ogni musicista che aspiri alla professione, un po' la prova del nove. Da un lato mette a prova la capacità di concentrazione e, per certuni, di superare una certa qual naturale ritrosia a esibirsi di fronte ad estranei. Dall'altro, prevede la piena espressione delle qualità personali, messe a punto con l'apprendimento tecnico ed un lungo affinamento stilistico. Vuoi che che capiti in un vasto palcoscenico, vuoi che accada in un piccolo, raccolto ambiente, non è che le cose cambino molto.
Come arrivarci al meglio, e senza incidenti di percorso, è il soggetto del libro Suonare in pubblico – L'esperienza concertistica ed i processi neuro cognitivi presentato da Christian Agrillo nel 2007, oggetto di varie ristampe; testo che Carocci Editore riedita ora nella collana Quality Paperbacks, ma in nuova edizione aggiornata. Per inciso il suo autore, musicista diplomato in chitarra classica, è impegnato come ricercatore in Psicobiologia presso l'Università di Padova.
Prima musicista, poi concertista
Una cosa è suonare in orchestra, altra in piccole formazioni da camera, altra esibirsi come solista. In questo caso particolare poi – dove l'attenzione del pubblico si focalizza al massimo sul concertista - può capitare che la prestazione non sia all'altezza delle attese, ed il motivo – secondo Agrillo – va ricercato in una strategia di apprendimento non adeguata, perché non del tutto in armonia con i meccanismi innati del nostro sistema cognitivo. Di qui, una serie di suggerimenti utili.
Si troverà in questo agile saggio prima un esame dei processi cognitivi ed emozionali, poi una serie di utili indicazioni e di linee guida per l'apprendimento in generale e per un'adeguata preparazione alla performance dal vivo. Processo naturalmente non facile, e che deve prendere le mosse dall'approccio preliminare alle musiche - prevedendo non solo l'elaborazione tecnica in sé, ma pure l'approfondimento dello stile e dell'estetica di riferimento – sino alla messa a memoria dei brani, per arrivare infine alla gestione responsabile dell'esecuzione in pubblico, momento carico di aggravi emotivi.
Come arrivare al miglior risultato possibile
Premesso che“l'esperienza pubblica musicale costituisce da sempre uno dei momenti cruciali più delicati della formazione di un concertista”, e tenuto conto che talvolta i docenti stessi – magari per la giovane età - non sono sufficientemente esperti della prassi esecutiva in pubblico, Christian Agrillo rivolge questo suo libro non solo agli allievi, ma anche agli apprendisti insegnanti di musica, “nel tentativo di suggerire alcuni stratagemmi per lo studio del materiale sonoro e di spiegarne – ove possibile – i costrutti psicologici ed i meccanismi di apprendimento”.
Chissà, se chi scrive avesse avuto in mano questo saggio tanti anni fa, potendoci meditare su, avrebbe magari superato l'impasse della prima esibizione – un saggio scolastico scansato a lungo - quale chitarrista classico. Risoltasi in una crisi di panico, e nella disonorevole fuga dal palco. Senza mai più mettere a prova l'attitudine ad esecuzioni di fronte ad estranei.